La maggior parte della popolazione mondiale vive in aree urbane, c’è quindi una crescente attenzione a rendere questi luoghi più sani, attraenti e vivibili. Sebbene le città offrano opportunità come lavoro, istruzione, svago e interazioni sociali, presentano anche sfide particolari: sono spesso le più colpite dai cambiamenti climatici a causa dell’effetto isola di calore e da eventi meteorologici estremi.
La maggior parte della popolazione mondiale vive in aree urbane, c’è quindi una crescente attenzione a rendere questi luoghi più sani, attraenti e vivibili. Sebbene le città offrano opportunità come lavoro, istruzione, svago e interazioni sociali, presentano anche sfide particolari: sono spesso le più colpite dai cambiamenti climatici a causa dell’effetto isola di calore e da eventi meteorologici estremi.
Un professore olandese, Cecil Konijnendijk, del Nature-Based Solutions Institute, ha proposto una regola di pianificazione delle città del futuro, considerando primario il diritto di accesso al verde. La regola gioca con il numero 3:
Questi numeri sono ben distanti dalla realtà, con quartieri che oggi contano mediamente il 2,3% di superficie alberata e parchi a 3 km da casa.
I benefici sono facilmente intuibili e dimostrati da sempre più ricerche universitarie ed enunciati nei principi della biofilia che guidano i progettisti di tutto il mondo: il contatto ravvicinato con la natura garantisce una vita migliore e più lunga.
«Il nostro cervello non è fatto per vivere negli spazi urbani», ricorda il neuroscienziato Michel Le Van Quyen, «la natura ha un effetto sulla cognizione e diminuisce le ansie. Rivitalizza, sospende le preoccupazioni, i conflitti interiori. Fornisce anche profonde emozioni positive. È una fonte di benessere che non ha interruzioni».
E infatti sono già diverse le città particolarmente ambiziose in termini di ecosostenibilità che hanno fissato come obiettivo proprio quello di coprire il 30% della propria estensione con spazi verdi. Tra queste Barcellona, Bristol, Canberra, Seattle e Vancouver. Un esempio in Italia potrebbe essere il programma ForestaMI, lanciato nel 2020 dal Comune di Milano e da un nutrito numero di soggetti pubblici e privati, che ha come obiettivo quello di piantumare tre milioni di alberi entro il 2030 nell’intera area metropolitana.